Arrivato il via libera per i professionisti per l’accesso al finanziamento ‘Resto al Sud’, gestito da Invitalia. Con le modifiche apportate con la Legge di Bilancio 2019, si è introdotta la figura dei liberi professionisti tra i soggetti richiedenti (vedasi articolo del Gennaio 2019), ma con ritardi sull’attuazione della procedura per i continui rinvii da parte del Ministero. Ad ogni modo, finalmente per la fine dell’anno 2019, sulla piattaforma di Invitalia, è stata varata la procedura di accesso ai professionisti. Questi ultimi devono essere soggetti iscritti in ordini o collegi professionali, ma anche degli esercenti professioni non organizzate in ordini o collegi  disciplinate dalla legge n. 4/2013.
Da sottolineare che i professionisti richiedenti non devono essere titolari di partita IVA movimentata. Nel caso in cui lo fossero, gli stessi soggetti possono richiedere l’accesso allo strumento agevolativo, aggiungendo alla propria partita IVA un nuovo codice Ateco differente dalla propria originaria attività (criterio generale di diversificazione dell’attività). Sono esclusi i professionisti che sono titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato presso un altro soggetto, come anche i professionisti che al momento della presentazione dell’istanza, non si iscrivano nei rispettivi ordini professionali. Cosi come i soggetti che non sono residenti nelle Regioni del Sud elencate nel Decreto.
Volendo fare un report di fine 2019, da fonti Invitalia (sito www.invitalia.it), ad oggi sono state presentate 9500 domande, e circa 13000 sono in corso di compilazione. Gli esiti positivi viaggiano intorno al 40 % delle istanze presentate (percentuale in rialzo rispetto all’inizio dell’anno).
Dal punto di vista territoriale, la Regione che sfrutta maggiormente ‘Resto al Sud’ è la Campania. Solo nella città di Napoli sono stati erogati circa 160 milioni di euro, con una ricaduta occupazionale intorno ai 10.000 posti di lavoro. Palermo si attesta intorno ai 26 milioni di euro con 1.600 posti di lavoro creati.
Curioso che tra gli Enti accreditati sul portale di Invitalia, circa 300, ovvero 1 su 3, sono siciliani. Ricordiamo che fra questi rientrano le Pubbliche amministrazioni, Università, associazioni o enti del terzo settore che accreditandosi al portale, possono offrire servizi di consulenza e assistenza nella predisposizione del progetto imprenditoriale.
Altra curiosità riguarda il livello di istruzione dei giovani ammessi alla richiesta di finanziamento. Infatti solo il 20 % di questi sono in possesso di una laurea, questo sta a significare che i progetti imprenditoriali presentati non sono frutto di business altamente tecnici frutto di percorsi universitari, ma di idee possibilmente vincenti e semplici. Questo fattore è legato ad un altro importante dato, ovvero che il 64 % dei giovani Italiani vogliono fare Impresa, percentuale fra le più alte tra i paesi dell’UE (fonte UnionCamere).
Infine, a livello locale il settore più gettonato è quello agroalimentare e ricettivo, condizionato dal forte aumento dei flussi turistici e della lunga tradizione culinaria della Sicilia. Ciononostante, l’obiettivo di Invitalia è spingere maggiormente i progetti imprenditoriali che hanno alla base business digitali.
Lo Studio mette a disposizione la propria esperienza in ambito di progettazione, presentazione istanza, preparazione per il colloquio con la commissione e rendicontazione finale.