La misura “Resto al Sud” introdotta nel D. L. n. 91 del 20 Giugno 2017 (c.d. D.L. per il Mezzogiorno), ha subito con la recente legge di Bilancio, rilevanti modifiche che permettono di aumentare la platea dei potenziali beneficiari.
Nell’articolo pubblicato sul nostro sito (Resto al Sud) al momento dell’entrata in vigore dello strumento, vengono sintetizzati i criteri soggettivi e oggettivi per poter rientrare nella misura. Con Legge di Bilancio per l’anno 2019, le modifiche attuate elevano l’età dei beneficiari da 35 a 45 anni (quinti tutti i soggetti under 46) ed estendendo le agevolazioni previste anche ai professionisti (inizialmente esclusi). In particolare, oltre ad avere la sede operativa in una delle 8 regioni del Mezzogiorno, i professionisti non devono risultare titolari di P. IVA nei dodici mesi antecedenti alla presentazione dell’istanza di accesso all’agevolazione.
L’importante modifica riguardante l’età consente di includere, tra i possibili destinatari della misura agevolativa, quanti hanno maturato competenza professionali significative nel corso della loro esperienza lavorativa, il più delle volte in condizioni di precariato o di lavoro sommerso/irregolare.
In un paese come l’Italia, a causa della disoccupazione giovanile elevata e del naturale percorso di studi, l’approccio al mondo del lavoro avviene sempre di più in età avanzata, pertanto con i vecchi criteri (under 36) poteva non essere ‘matura’ l’esperienza e la conoscenza del soggetto richiedente, con la conseguenza di avere respinta la domanda di finanziamento. Questa importante modifica fa ben sperare per il ricorso al ‘Resto al Sud’, che vede al compimento del primo anno di vita, un limitato uso, con circa 5.600 domande presentate di cui 2.100 circa approvate, equivalente al 37 % di successo dei progetti inviati (fonte sito www.invitalia.it).