La riforma del mondo del terzo settore comincia a entrare nel vivo. Dopo l’entrata in vigore il 3 agosto scorso del Codice del Terzo settore, arrivano i primi chiarimenti da parte del Ministero del Lavoro.
Una certezza già si intravede, ovvero la previsione di maggiori obblighi di trasparenza per il terzo settore. A cominciare dall’obbligo del bilancio d’esercizio, che si struttura in modo differenziato a seconda della dimensione dei soggetti:
• in caso di entrate di qualsiasi genere inferiori a 220.000 euro basterà un prospetto che potremo definire “Rendiconto finanziario per cassa”;
• oltre la sopradetta soglia sarà necessario redigere un vero e proprio Bilancio di esercizio, costituito da stato patrimoniale, dal rendiconto finanziario, con indicazione dei proventi e degli oneri e dalla relazione di missione che illustra le poste di bilancio, l’andamento economico e finanziario e le modalità di perseguimento delle finalità statutarie.
Per quanto riguarda la tenuta delle scritture contabili, solo gli enti che incassano meno di euro 50.000 sono esonerate dalla tenuta delle scritture contabili (leggasi libro giornale) e possono redigere un semplice Rendiconto finanziario, mentre le altre devono attivare una vera e propria contabilità ordinaria.
E’ bene precisare che questi obblighi decorrono dal 1 gennaio 2018.
Per l’obiettivo-trasparenza il nuovo Codice ha disposto la nascita del Registro unico nazionale di tutti gli enti del terzo settore, per il quale occorre aspettare ancora un po’ di tempo, poiché Il ministero del Lavoro definirà le procedure di iscrizione e le regole di funzionamento del Registro con un decreto entro agosto 2018, mentre le Regioni e le province autonome regoleranno gli aspetti di propria competenza entro sei mesi dall’entrata in vigore di questo atto normativo.